venerdì 10 agosto 2012

Parliamoci chiaro...

...un sito internet ben fatto, professionale, strutturato come si deve e con tutti i contenuti facilmente fruibili e bene organizzato costa. A volte parecchio, a volte meno. Del resto il lavoro va pagato, se non vogliamo che i nostri clienti svalutino il nostro lavoro dobbiamo anche dare il giusto valore al lavoro altrui. Il "parecchio" o il "meno" dipendono da cosa ci si vuole fare (e-commerce, catalogo, informazione ecc.). Il sito va "cucito" sulle esigenze specifiche del cliente e non si può ricorrere a soluzioni preconfezionate, pena trovarsi con uno strumento inutile e già visto.

Ma il vero costo di un sito web non è quello monetario, quello si risolve al momento della consegna o delle scadenze dei pagamenti. Il costo reale è il dopo, e non parlo delle tecniche di posizionamento sui motori di ricerca, o meglio, non solo. Il sito, una volta fatto e consegnato, va promosso attraverso tutta una serie di operazioni complesse che è bene affidare ad uno specialista e questo ha dei costi economici d'accordo, ma c'è un lavoro nuovo che il committente del sito deve mettere in conto: l'aggiornamento della comunicazione aziendale continua.

Mi spiego meglio: per fare in modo che il mondo si accorga della nostra ditta attraverso Internet, il sito da solo non basta, esso è il cuore della nostra comunicazione, in esso ci deve essere tutto quello che è la nostra ditta, azienda, attività artigiana, esercizio commerciale, laboratorio o studio, ma per fare in modo che aumentino le visite e, da queste, il fatturato ci vuole un'azione parallela integrata nelle procedure SEO (Search Engine Optimization, cioè le azioni di ottimizzazione sui motori di ricerca) che consiste nell'avere una pagina su Facebook dedicata all'azienda, un blog dove interagire con i navigatori o semplicemente esporre il proprio punto di vista o, ancora, valutare un articolo apparso su organi di informazione ecc. Insomma bisogna interagire con il CLOUDY WEB (il sistema "nuvoloso" di internet in cui, fra le tante cose, ci sono infinite reti relazionali chiamate anche ecosistemi digitali)

I social network rivestono un'importanza essenziale, bisogna frequentarli, partecipare a discussioni, tessere nuove amicizie, mettere in moto insomma quel volano di contatti e relazioni umane che devono fare sì che sempre più gente ci conosca e parli bene di noi.
I vantaggi di queste operazioni sono almeno due:
  • si migliorano i rapporti umani, ci si informa e si condividono cose e concetti che ci aiutano e aiutano gli altri a vivere un pochino meglio
  • ci si tiene aggiornati e si conoscono cose e persone nuove
Certamente c'è di tutto in un social network: insulto, stupidità e sciocchezze varie, del resto sui social media (vedi questo articolo) il cazzeggio è la norma, ma quali che siano gli scopi che portano la gente a stare in compagnia su Facebook, Twitter o Google+, quello che conta è che c'è, e possiamo contattarla.

Il vero costo dunque non è quello economico ma quello temporale, il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e con esso l'impegno, perché non si condivide e non si sta con gli altri per il proprio tornaconto (anche se troppi pensano il contrario) ma per stare in relazione col prossimo, per dialogare, per  condividere e (perché no?) anche far conoscere il proprio lavoro che può tornare utile a qualcuno.
Del resto se facciamo cose che non ci piacciono, prima o poi smettiamo: io sono sui social network da più di quattro anni e, al di là di meri vantaggi commerciali, trovo bello e costruttivo conoscere gente nuova e scambiare pensieri, parole, valori e dialogare, anche solo per stare in compagnia ogni tanto.

Quindi il sito non è che un punto di partenza, è come una pianta che va innaffiata di relazioni e aggiornamenti continui sia diretti (sulle proprie pagine) sia indiretti (sul blog aziendale e sui social network).
Se non lo facciamo, si secca.