domenica 9 agosto 2009

Ruolo del consulente in comunicazione informatica

I clienti hanno spesso richieste strane o consuete ma dannose. Dannose per sé naturalmente, in quanto un’operazione sbagliata sul proprio sito può significare la perdita di navigatori.
Facciamo un esempio: la musica nei siti internet.
È sera, un navigatore, dopo aver messo a dormire le figlie e aver augurato la buonanotte alla moglie che va a coricarsi, si siede davanti al computer e decide di visitare il sito internet di un’attività commerciale che ha visto nel pomeriggio su un cartellone stradale. Acceso il computer, avviato il browser, entra in Internet e digita il dominio sulla barra degli indirizzi… subito appare il cerchietto di attesa dell’animazione che dura pochi secondi (occhi al cielo anche perché manca lo “skip intro”, e come potrebbe esserci? Il cliente ha pagato parecchio per averlo quell’intro… dunque lui deve vederlo) poi all’improvviso un suono devastante esce dagli altoparlanti lasciati incautamente accesi dalla figlia maggiore al pomeriggio! Apriti cielo! La figlia piccola si sveglia di soprassalto e si mette a piangere, la moglie si sveglia e chiama il marito che intanto sta cercando di spegnere le casse… e non trova di meglio da fare che chiudere la finestra del browser, poi si precipita nella cameretta delle figlie e consola la piccola che non smette di piangere dallo spavento, intanto sulla porta compare la moglie con sguardo inequivocabilmente severo, lui la sfugge e cerca di tranquillizzare la bimba… dopo un quarto d’ora l’ordine sembra essere ripristinato… la moglie non parla, si gira e torna in camera scuotendo la testa… lui, sentendosi un verme, torna al computer… ora controlla gli altoparlanti e li spegne accuratamente… riprende la navigazione…
Aveva scritto il nome di quel sito su un pezzetto di carta… lo prende, lo guarda per qualche secondo per memorizzarlo bene e lo strappa in tanti piccoli pezzi…

Un potenziale cliente perso…

Perché? Perché il consulente non ha affrontato questo imprevisto… invece di mettere la musica che partiva con l’avvio dell’intro dell’animazione, poteva mettere un bottone che consentiva di ascoltarla a richiesta…
D’accordo, la colpa è del navigatore che non ha controllato gli altoparlanti, ma il risultato non cambia: è un cliente perso. Infatti ha memorizzato il nome del sito per ricordarsi di non andarci mai più lì, né via web, né di persona.

Il cliente aveva richiesto che ci fosse quella musica e il consulente l’ha semplicemente assecondato causandogli così un danno.

Il cliente paga il consulente non perché faccia ciò che gli piace ma perché faccia ciò che gli serve, anche se il cliente stesso non lo sa. Il compito più arduo di un consulente, che deve progettare e pensare il sito internet per un committente, è di avvicinare il più possibile ciò che piace al cliente a ciò che gli serve, e non sempre le due cose sono compatibili. Nell’interesse del cliente, è ovvio.

venerdì 7 agosto 2009

La sindrome del capannone

Un anno e mezzo fa ebbi modo di partecipare ad un seminario organizzato dall'Università di Torino tenuto da una mia vecchia conoscenza: Marco Tripaldi che, fra le tante cose interessanti che espose in quell'incontro, parlò della "Sindrome del capannone".
Ho riflettuto a lungo su quel tema in tutto questo tempo e sono giunto ad una conclusione: Marco ha ragione ma solo in parte.
Nel seminario, Marco, presentò una serie di diapositive che riprendevano le sedi di varie multinazionali (ricordo Volvo e Microsoft in particolare) in cui appariva chiaro che esse non aggiungevano e non toglievano nulla a quanto già si sapeva su quelle aziende. Anzi, troppo sovente nei siti internet appaiono dei capannoni o le sedi delle imprese committenti senza che queste immagini “trasmettano” realmente qualcosa al navigatore che(va ricordato) è sempre un potenziale cliente.
Perché non sono d’accordo? Almeno in parte… Perché quando le imprese sono di dimensioni planetarie, la loro sede assume un valore, in termini di immagine, molto relativo. L’azienda è ciò che ci somministra, ciò che ci emoziona (sono perfettamente d’accordo con Tripaldi quando dice che il sito comunica l’impresa, la pubblicità ci trasmette l’emozione), Microsoft la si percepisce sotto i tasti e sui monitor, e la Volvo è certamente nell’abitacolo che ci fa “sentire” l’azienda… ma quando il discorso si sposta sul locale, sullo strettamente locale, le cose cambiano.
Un artigiano, un negozio, una piccola impresa, sono assolutamente anonime dietro un marchio, il navigatore desidera vedere quanto l’azienda (proprio perché piccola e più vicina a lui) si accosta alla sua idea di come dovrebbe essere. Ovviamente non ha senso fotografare un pilastro con attrezzi appesi, ma una visione d’insieme, che dia l’idea delle dimensioni o delle caratteristiche di dove si andrà ad effettuare un acquisto o una trattativa, ha un suo significato. Ovviamente molto dipende dall’abilità del fotografo nello scegliere le luci e le angolazioni giuste, ma il navigatore è curioso e tale curiosità va soddisfatta. Siamo nell’era delle immagini, quanto questo sia un buon segno non è mia intenzione discuterlo, ma se (ribadisco) a livello locale è anche questo che favorisce l’attenzione dei navigatori, sottovalutarlo credo che sia un errore.

La comunicazione informatica

Benvenuti!

Nasce oggi questo blog dedicato ad uno dei fenomeni più diffusi nel mondo delle imprese: la COMUNICAZIONE INFORMATICA.

Cosa si intende per "Comunicazione informatica"? Ho incontrato molte interpretazioni di questa frase, ma penso che la cosa più ovvia sia di attribuire i giusti significati ai relativi significanti.
In altre parole sostengo la tesi secondo cui tutta la comunicazione che passa attraverso strumenti informatici, è da considerarsi Comunicazione informatica.

In questo blog però, la trattazione del fenomeno sarà focalizzata su un tipo particolare di comunicazione informatica: quella relativa ai siti internet, ed in modo specifico quelli commerciali, laddove marketing, comunicazione, informatica e imprese si incontrano.

Questa scelta è obbligata. Infatti se in questo blog allargassimo il discorso a tutti i canali che sono oggetto della Comunicazione informatica (intesa nel senso del primo paragrafo), allora dovremmo considerare come comunicazione informatica anche i volantini o la televisione o altro ancora, in quanto l'informatica è entrata così addentro nel mondo della comunicazione che comincia a diventare difficile pensare a settori che non ne siano toccati. Penso alla stampa, ove l'informazione passa attraverso computer e sistemi da questi controllati, o la televisione per analoghi motivi. Ciascuno di questi settori rappresenta un mondo a sé, con problematiche specifiche che non è mia intenzione trattare qui, sia per competenze sia per intenzione.

Questo spazio vuole dunque essere un'area di libera discussione in cui proporre idee, discutere soluzioni e trasmettere concetti utili a professionisti del settore e imprese loro clienti.