Vediamo il secondo caso: il disastro appunto. Il biglietto è un pezzetto di carta, poco più pesante di un normale foglietto da fotocopia, stampato in casa al computer con caratteri sgargianti e squilibrati e magari estratto di fretta dal portafoglio che lo ha sagomato a "cucchiaio". Il punto è che il biglietto da visita è la nostra immagine, parla di noi, del nostro saper fare bene e con garbo. Un biglietto da visita sgualcito, mal fatto o fatto in casa senza le dovute attenzioni e comptenze, trasmette l'idea di persone e imprenditori poco curati.
E poi la grafica: deve essere chiara, il logo evidente e riconoscibile, le informazioni evidenti e definite, raggruppate per argomenti, di qua i dati anagrafici, di là cosa facciamo, qui tutti i dati web (sito, e-mail, pagina facebook, blog ecc), di là la nostra attività. La stampa deve essere impeccabile, e il cartoncino deve avere consistenza ed essere piacevole al tatto.
Invece si assiste sovente a due casi: il biglietto di cui sopra in carta di pessima qualità (anche colorata) e con informazioni mal organizzate o insufficienti oppure biglietti dai colori sgargianti, stampati in bianca e volta (fronte - retro) e privi di ogni appeal serio per farci prendere in considerazione offerte e proposte.
Un biglietto da visita parla di noi, o lo fa bene o non lo fa. E allora sono danni!
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