venerdì 8 giugno 2012

Ma questi che fanno?

Sembrerà strano ma succede spesso, molto più di quanto non si creda: il committente di un sito internet ha un'attività, artigiana, commerciale, produttiva e un'attività parallela. Ovviamente alla luce del sole, magari si tratta di un'estetista che ha anche una profumeria, o un artigiano edile che tratta anche energie alternative. Quasi sempre la seconda attività è demandata ad un parente, un figlio, il consorte... ma per risparmiare si chiede di fare un sito unico.

Un sito internet deve parlare dell'impresa, dell'attività dell'imprenditore, delle sue competenze. Un sito internet deve avere un pubblico specifico a cui rivolgersi, deve fare in modo che il navigatore trovi quello che desidera perché sta cercando qualcosa di specifico. Se gli facciamo trovare due attività diverse lo confondiamo. Quando navighiamo sappiamo quello che vogliamo, se troviamo qualcosa di ibrido sorge ovvia una domanda "ma questi di cosa si occupano? Che fanno? Quante cose fanno?". La risposta, inevitabile, conseguente è "se confondi la carne col pesce, alla fine non sai né dell'uno né dell'altro!" e da buoni navigatori, severi e pigri, come tutti i navigatori, facciamo l'unica cosa ovvia e facile che ci riesce: ce ne andiamo. Abbandoniamo il sito.

Il navigatore è pigro, non ha voglia di fare ricerche per capire bene di cosa si occupa e quante cosa fa un artigiano o un esercente. Diamogli dunque risposte esaurienti e univoche: facciamo questo e lo facciamo bene e lo facciamo così. In questo sito ci occupiamo solo di questo. Basta. Poi, un'attività nostra a noi collegata esiste e qui ti mettiamo il link per andare a visitare il sito in cui, esaurientemente, ne parliamo. Ma non di più.

Il risparmio (inesistente, a ben vedere) di fare un sito solo anziché due, è irrisorio ma il danno generato dalla confusione, di anche un solo navigatore, può essere elevatissimo. A volte basta che ci abbandoni il cliente disposto a fare un ordine notevole per causarci un danno enorme.

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